Archivi categoria: Tradizioni

venditrice di castagne

Castagnaro (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Castagnaro
( a cura di Maurizio Cuomo )

venditrice di castagne

Il venditore di castagne, è colui o colei che con modeste risorse (un fornello di grosse dimensioni, un pentolone, una padella bucherellata ed un panno di lana per trattenere il calore delle caldarroste), riesce nel primo periodo invernale ad allietare gli infreddoliti passanti con un cartoccio di castagne arrostite (cotte sul fuoco) o allesse (sbucciate e cotte in un brodo aromatizzato con alloro, finocchietto e sale).

Molto apprezzate anche le cosiddette: “Castagne d”o prevete” (secche, dure e sfiziose da mangiare), reperibili sul mercato non appena trascorso il periodo invernale. Inutile dire che a Castellammare di Stabia, quello del “Castagnaro” è un mestiere antichissimo, che deve le sue remote origini alla estrema vicinanza del “Faito”, monte ricchissimo di secolari castagneti. Continua a leggere

Confidenze... familiari

Confidenze… familiari

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

articolo del 1 ottobre 2011

In una delle più significative scene del suo ultimo film “Luci della ribalta” il grande attore Charlie Chaplin affermava che il cervello è il “più bel giocattolo del mondo”.
Se è stato tenuto costantemente in esercizio, cioè se non si è del tutto rimbambiti oppure imbambolati da certi spettacoli televisivi, quello dei vecchi contiene un tesoro inestimabile: i ricordi.

Confidenze... familiari: il ricordo

Confidenze… familiari: il ricordo

Provate ad immaginare una persona senza memoria: è un automa, un vegetale. A volte basta la sollecitazione dei figli, dei nipoti o dei giovani amici per estrarre da questo scrigno fatti e avvenimenti significativi e curiosi del remoto passato. Dal 1935 al 1938 la mia famiglia ha abitato in via S. Caterina n° 8. Nello stesso stabile risiedeva anche la famiglia del mio nonno materno. Nel loro alloggio passavo molte ore al giorno, adescato dalla musica proveniente da un apparecchio radio tenuto acceso tutto il giorno. L’altra calamita che mi attirava erano i numeri arretrati del settimanale sportivo “Il calcio illustrato” che mio zio Vincenzo conservava gelosamente e che io sfogliavo con avidità.
Di quei giorni ricordo molte cose: alcune importanti altre meno. A parte certi gustosissimi piatti di pasta e fagioli (cu’ ‘e tubbettielli) che mia nonna Catella preparava con grande maestria, mi è rimasto impresso e mi ha sempre incuriosito il fatto che mio nonno si rivolgeva a sua moglie dandole del TU, mentre mia nonna gli dava sempre del VOI. Continua a leggere

salto della cavallina

Uno ‘a luna… (il salto della cavallina)

(articolo di Maurizio Cuomo)

Tramandato per generazioni e sicuramente già in uso agli inizi del novecento, di questo gioco non è ben identificato il periodo di origine. Espressione di intelligenza, agilità e coordinazione, questo gioco di gruppo la cui dinamica è molto somigliante allo sport olimpionico del salto del cavallo, veniva prevalentemente praticato da ragazzi di sesso maschile in età preadolescenziale.

salto della cavallina

salto della cavallina

Lo svolgimento è molto semplice: prestabilito mediante una “conta” il giocatore che farà da “cavallina” (colui che restando fermo con le mani poggiate alle ginocchia e la testa in giù ben coperta da eventuali contatti con i saltatori, assume la posizione del noto attrezzo ginnico), fungendo come appoggio, attende i compagni di gioco, che, eseguita una breve corsa, poggiandogli le mani sulla schiena si danno slancio per scavalcarlo mediante un salto a gambe divaricate. Per non essere penalizzati a fare la “cavallina”, i saltatori non devono toccare l’avversario in nessun altro modo, se non con le mani sul dorso. Ciò che però rende questo gioco caratteristico, distinguendolo da una qualsiasi prova ginnica, è la “voce” che ciascun saltatore è tenuto a dare come accompagnamento al proprio salto. La “voce”, data prettamente in dialetto, differisce a secondo del turno e descrive in che modo verrà eseguito il salto. Nel corso degli anni questo gioco ha subito innumerevoli modifiche, per cui di seguito illustriamo una delle tante versioni di “Uno ‘a luna”, descrivendo le voci che caratterizzano i sedici turni: Continua a leggere

Biglietto autobus: Gestione Autolinee Urbane

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Biglietto autobus: Gestione Autolinee Urbane

Biglietto autobus: Gestione Autolinee Urbane

Biglietto autobus: Gestione Autolinee Urbane
( collezione privata Maurizio Cuomo )

Testo musicale: "Quanto è bello 'stu Paese" collezione privata "Bonuccio Gatti"

Testo musicale: Quanto è bello ‘stu Paese

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Testo musicale: "Quanto è bello 'stu Paese" (collezione privata "Bonuccio Gatti").

Testo musicale: “Quanto è bello ‘stu Paese” (collezione privata “Bonuccio Gatti”).

Testo musicale: “Quanto è bello ‘stu Paese” (collezione privata “Bonuccio Gatti”).