Archivi categoria: Tradizioni

villa comunale

La guerra… nella Villa Comunale

Gli anni ’30 a Castellammare ( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Nel 1935, mentre quasi tutte le Potenze coloniali abbandonavano i loro possedimenti d’oltre mare (Francia, Belgio, Germania e poco dopo l’Inghilterra), all’Italia venne il ghiribizzo di avere anche lei “un posto al sole”.

villa comunale

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Benché da tempo nutrisse questo desiderio, soltanto in quell’anno, approfittando di un pretesto, l’Italia dichiarò guerra all’Abissinia. Capitò questo: una nostra guarnigione che controllava i pozzi di Ual Ual venne attaccata da guerriglieri etiopi (così sosteneva la propaganda fascista) nella primavera di quell’anno. La questione si trascinò fra accordi e contrasti fino all’autunno del 1935, quando le truppe italiane invasero il territorio nemico sia partendo dall’Eritrea che dalla Somalia (già nostra colonia) più a sud. Continua a leggere

Autolinee Giordano

Tessera di abbonamento “Autolinee Giordano”

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Autolinee Giordano

Tessera di abbonamento “Autolinee Giordano”

Tessera di abbonamento “Autolinee Giordano” (anno 1963)
( collezione privata Antonio Cimmino )

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Biscotti al vino rosso

Ricetta del sig. Catello Di Vuolo

La ricetta di questi biscotti semplici e gustosi, le cui origini sono sicuramente molto antiche, ci viene segnalata dal sig. Catello, il quale tiene a sottolineare che nonostante siano trascorsi più di cinquant’anni da quando ha assaggiato questi biscotti, ricorda il loro sapore ancora con assoluto piacere. I biscotti venivano preparati dalla sua cara mamma, anch’ella stabiese doc, che con paziente saper fare, trovava tempo e modo per deliziare i propri famigliari con semplici, ma saporite pietanze come questa (erano anni di difficoltà economica e di privazioni e la conoscenza di ricette spicciole ed economiche, era una vera e propria manna dal cielo). Oggi, che questa ricetta potrebbe sembrare superata (perché surclassata dall’eccessivo consumismo e dal benessere in cui viviamo giornalmente), ci sembra più che doveroso salvaguardarla (per non perderne memoria) e di riproporla a beneficio delle nuove generazioni. Continua a leggere

carbonaio

Gravunaro (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Gravunaro (Cravunaro)
( a cura di Maurizio Cuomo )

(articolo del 12 gennaio 2014)

Un antico mestiere sempre più raro da vedersi è il “Gravunaro”. In origine la vendita di carboni e carbonelle, veniva effettuata da un ambulante solito girare per le case con delle grosse sacche trasportate a spalla. In seguito, alcuni “gravunari” scelsero una dimora fissa, per cui la vendita di questi combustibili (un tempo) indispensabili per alimentare il focolare di casa, avveniva molto più comodamente dalle buie botteghe.

carbonaio

Ormai rimpiazzato dai moderni fornelli da cucina (alimentati a gas), il ritiro dalla scena del vecchio focolare a carbone, di riflesso, ha causato anche la scomparsa di quasi tutti i “gravunari” stabiesi. Con molto piacere segnaliamo “Catello”, uno dei pochissimi mestieranti del carbone resistito agli eventi, che fa’ ancora bottega in via II De Turris (la via che da San Bartolomeo, porta alla piazzetta del Caporivo di Castellammare di Stabia).

Segantini

Masterascio e Segatore

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Masterascio e Segatore
( a cura di Maurizio Cuomo )

Benché sostanzialmente differenti, annoveriamo in un’unica pagina questi due mestieri, che per decenni hanno costituito la fonte primaria di sostentamento di numerose famiglie stabiesi.

masterascio

Il “Masterascio” (Maestro d’ascia), sapiente ed esperto era specializzato in falegnameria nautica, abilissimo nell’intagliare, rifinire ed assemblare le assi (in taluni casi enormi), costituenti l’intelaiatura di vascelli e bastimenti.

Il “Segatore” (segantino), ricordato come un operaio dal fisico scarno e bruciato dal sole, lavorava solitamente in coppia ed aveva il faticoso compito di tagliare mediante una rudimentale sega (azionata in due a forza di braccia e a spinta alterna) i grossi tronchi grezzi d’albero.

SegantiniTracce di questo antico mestiere sono presenti anche nel mio personale “albero genealogico” nel quale è annoverato un avo appartenente alla chiesa dello Spirito Santo, a nome Cuomo Pasquale (1781 – 1841), di professione “Segatore”.