Archivi categoria: Tradizioni

Monumento alla natura medicatrice

Tiempe belle ‘e ‘na vota

“Tiempe belle ‘e ‘na vota, tiempe belle addó’ state? Vuje nce avite lassate, ma pecché nun turnate?”, parafrasando per intero il ritornello di una vecchia canzone di Aniello Califano, rimettiamo all’attenzione degli affezionati lettori la presente rubrica in cui vengono raccolti, numerosi documenti che testimoniano in modo semplice ed affascinante un passato stabiese non molto remoto. Un passato che sembra essere distante anni luce dai giorni nostri e dal nostro moderno modo di vivere (o sopravvivere) in una società sempre più frenetica e opprimente, che impone un modus vivendi affannoso e alla continua ricerca della modernità o di una acclamata effimera moda del momento. Al fine di salvaguardare, in una vera e propria “banca del ricordo”, il passato tracciato dai nostri padri (il cui solco, purtroppo, per i motivi di cui sopra, sembra svanire e perdersi come le tracce sulla sabbia di un bagnasciuga battuto dalle onde di un incontrollabile burrascoso progresso), verranno qui raccolte e proposte delle rare immagini, locandine d’epoca e quant’altro possa testimoniare l’indiscutibile e fervente attività economica svolta a Castellammare di Stabia, nei bei tempi che furono…

Maurizio Cuomo

Cartolina: Monumento alla natura medicatrice

Cartolina: Monumento alla natura medicatrice

Cartolina: Monumento alla natura medicatrice
( collezione privata Bonuccio Gatti )

 

Napoli milionaria

Commozione e ricordi

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Napoli milionaria

Napoli milionaria

Caro Maurizio, è con vera commozione che ho letto lo scritto-ricordo del Signor Catello Nastro (rif.: “‘A Casciarmonica ‘e Castiellammare“). Naturalmente non c’è nessun commento da fare, salvo precisare che la guerra fu lo spartiacque fra i due periodi anteguerra/postguerra. Fra queste due epoche la vita cittadina subì una enorme metamorfosi, e non poteva essere diversamente dato i tragici fatti succedutesi nel frattempo. Fatti e atmosfere ben evidenziati anche nelle pagine conclusive del bel libro della Signora Amendola “La luna a striscie”, che io ho avuto l’onore e il piacere di leggere in anteprima.
Nell’anteguerra (epoca che mi ha visto prima bambino, poi adolescente) la vita si svolgeva con tranquillità, staticamente. Salvo quando qualche operaio del nostro glorioso Cantiere Navale veniva messo “a spasso” per una temporanea mancanza di lavoro. Allora la città entrava in relativa fibrillazione per qualche tempo. Poi la nostra innata filosofia (dimane Dio ce penza) ci rendeva pazienti e speranzosi. La solidarietà dei vicini e dei negozianti faceva il resto. Dopo la guerra invece era subentrato un altro clima. Si lavorava per rimuovere le macerie morali e materiale (e qui è inutile ricordare la “Napoli milionaria” di Eduardo). Continua a leggere

Acqua della Madonna - etichetta bottiglia

Acqua della Madonna

a cura di Maurizio Cuomo

Pietanze, bevande e dolciumi quali: pizza napoletana, gnocchi alla sorrentina, torta caprese, vini vesuviani, pomodori San Marzano, pasta e vino di Gragnano; sono solo alcune delle decine di specialità campane conosciute in Italia ed all’estero per l’eccellente qualità. Castellammare di Stabia contribuisce notevolmente ad arricchire questa lista con diversi prodotti locali tra i quali vanno ricordati: l’acqua della Madonna, i carciofi degli orti di Schito, la galletta stabiese, torroncini ed i tipici biscotti di Castellammare.


Acqua della Madonna

Acqua della Madonna (foto Maurizio Cuomo)

Acqua della Madonna (foto Maurizio Cuomo)

A questa sorgente scoperta nel 1841 nei pressi della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, fu attribuita la denominazione di “Acqua della Madonna” per la estrema vicinanza della fonte alla succitata chiesa, edificata dalla “Congrega dei Marinai” nel 1834.

Apprezzata perché a differenza delle altre acque riesce (in maniera del tutto naturale) a mantenere inalterate per lungo tempo le caratteristiche organolettiche, fu per decenni utilizzata dai navigatori dell’epoca (prima dell’invenzione del frigorifero e della scoperta del sottovuoto), che si approvvigionavano delle indispensabili scorte d’acqua da consumare nei lunghi viaggi marittimi, acquisendola direttamente dalla comoda mescita che si affaccia sul mare. Continua a leggere

Capillara

Capillaro (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Capillaro
( a cura di Maurizio Cuomo )

'a Capillara

‘a Capillara

A Castellammare colui che si occupava della raccolta e della conseguente rivendita di capelli (solitamente capelli di donna), era conosciuto come “Capillaro” (detto: Capillò o anche Capillòne, in altri paesi del napoletano; capera al femminile). Il “Capillò stabiese” girava per i vicoli cittadini, richiamando l’attenzione di quanti fossero interessati a vendere capelli, per un compenso, commisurato alla qualità e alla lunghezza della treccia ottenuta (da rivendere ai fabbricanti di parrucche). Le uniche attrezzature che il “Capillaro” portava con sé erano le forbici ed un cesto (in alcuni casi un piccolo sacco) usato per la raccolta dei capelli. Nell’immediato dopoguerra, con “l’americanizzazione” e l’avvento delle fibre sintetiche, questo mestiere si è completamente estinto.

Una curiosità: la mia nonna paterna era soprannominata ‘a Capillara, termine che rivendicava chiaramente i trascorsi lavorativi del suo nucleo di famiglia.

materassaio

Materassaio (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Materassaio
( a cura di Antonello Ferraro )

Fino alla seconda metà degli anni settanta esisteva la figura del “materassaio”. In quel periodo era molto presente nelle case il materasso di lana.

materassaio

Materassaio a lavoro

Al fine di eseguire una manutenzione del materasso, che risultava appiattito (quasi compresso) per l’utilizzo, ogni anno, si scuciva e si estraeva la lana che poi veniva lavata, stesa al sole ad asciugare, cardata ed infine rimessa nel materasso.

Al “materassaio” veniva affidato il compito di rinfilare i fiocchetti e di ricucire il bordo del materasso con degli aghi lunghissimi (i cosiddetti aghi saccurali), da un lato all’altro del materasso. Continua a leggere