Archivi categoria: Tradizioni

Libreria Canzanella (Piazza Municipio)

Librerie a Castellammare (Canzanella)

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Libreria Canzanella (Piazza Municipio)

Libreria Canzanella (Piazza Municipio)

In quegli anni frequentavo la scuola elementare che si trovava nel palazzo della stazione meteorologica in Piazza Municipio. Per raggiungerla, da Santa Caterina dove abitavo, percorrevo tutta via del Gesù. Poco dopo la chiesa e prima di arrivare in Piazza Municipio, a sinistra, sotto l’androne di un palazzo c’era un negozio di dolciumi con le vetrinette poste a fianco del portone. Era una piccola fabbrica anche di biscotti ed io, ogni tanto, quando avevo a disposizione qualche centesimo o soldino entravo in questo androne e chiedevo di darmi il corrispettivo in biscotti rotti, quelli cioè che si erano danneggiati durante la confezione e non potevano essere messi in vendita. La nostra domanda era sempre la stessa: “Signò mo date ‘nu sordo ‘e mozzicone?”. E da questo negozio uscivamo con dei cartocci piene di prelibatezze che ci consolavano durante l’intervallo fra una lezione e l’altra.
A quei tempi, proprio di fronte alla scuola c’era il vecchio ospedale San Leonardo. Ed al piano stradale c’era anche la libreria Canzanella che vendeva libri, giornali e cartoline. Continua a leggere

Pasta cu' 'e prete (foto Maurizio Cuomo)

‘A pasta cu ‘e pprete (la pasta con le pietre)

Ricetta di Aniello Rosato, dai ricordi della nipote Carmela Rosato.

'a Pasta cu' 'e prete (foto Maurizio Cuomo)

‘a Pasta cu’ ‘e prete (foto Maurizio Cuomo)

Questo piatto povero veniva preparato anticamente dagli stabiesi amanti delle specialità a base di frutti di mare, che non avendo la possibilità economica di poter acquistare, grazie a questa ricetta-espediente, riuscivano ad accontentarsi del solo profumo e sapore del mare. Le pietre usate come ingrediente principe di questa deliziosa ricetta, solitamente venivano raccolte dal fondo del mare di Pozzano. Continua a leggere

Bucatini alla Mike

Bucatini alla Mike

Bucatini alla Mike

ricetta ideata dallo stabiese Michele Vanacore

Bucatini alla Mike

Bucatini alla Mike

I “Bucatini alla Mike”, furono ideati dal compianto Michele Vanacore (gestore negli anni ’70 del Circolo Nautico di Stabia) per intrattenere i propri ospiti nelle sale del Circolo. Questo espediente però, oltre a deliziare gli abitudinari del Circolo, ben presto richiamò le attenzioni di numerosi buongustai, riscuotendo in tal modo ampia notorietà e successo. Ancora oggi a distanza di più di trent’anni, chi ebbe la fortuna di assaggiare i “Bucatini alla Mike” (così come li preparava Michele), ricorda con assoluto piacere la bontà di questo piatto (semplice e appetibile).
Volgiamo un doveroso ringraziamento al sig. Francesco Vanacore, che nel ricordo del caro fratello, ci ha gentilmente confidato i segreti della ricetta.


Ingredienti (per 5 persone): Continua a leggere

Chiesa della Madonna di Porto Salvo

Gli odori, i rumori ed i sapori di Stabia

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Gli odori, i rumori ed i sapori di Stabia degli anni ’30
( nei ricordi di un bimbo di allora )
Chiesa della Madonna di Porto Salvo

Chiesa della Madonna di Porto Salvo

Avrò avuto 6 o 7 anni, quindi siamo nel 1929/30. Abitavamo nel palazzo dell’Acqua della Madonna (da tempo abbattuto). Si trovava poco oltre la Chiesa della Madonna di Porto Salvo, proprio di fronte all’Acqua Acidula. Dai suoi balconi si vedeva la fonte dell’Acqua della Madonna che scorreva proprio sulla banchina; ed in lontananza il molo del Cantiere Navale.
Al fondo della strada, proprio adiacente agli stabilimenti delle Vecchie Terme, vi era un orto-giardino curato da un certo don Alfonso. Oltre ad ortaggi e fiori questo contadino cittadino allevava anche qualche maialino e qualche gallina. Quando si entrava in questo recinto sembrava di essere proprio in campagna: odore di stallatico, di terra bagnata e predominava su tutto il profumo delle rose. Ah! Che profumo!! Dopo quasi ottanta anni, quando ci penso, questo profumo lo sento ancora nelle narici e nel cuore: indimenticabile! Invade i miei ricordi, il mio animo. Forse perché da bambini certe sensazioni restano a segnare le tappe del trascorrere del tempo e quindi incancellabili.
Quando era la stagione dei piselli e delle fave, mia mamma, dopo aver sbucciato questi ortaggi, mi incaricava di portare a don Alfonso i baccelli. Il compenso erano tre/quattro rose gialle o rosse che io poi portavo a casa. Nel breve tragitto da percorrere per raggiungere la mia abitazione io quelle rose me le stringevo al petto aspirandone appieno il loro profumo. Forse per questo quel profumo è ancora con me! Continua a leggere

'o tressette

‘O Tressette

articolo di Maurizio Cuomo

'o tressette

‘o tressette

Sarebbe grave mancanza, non menzionare nella rubrica tradizioni, questo gioco di antica origine (il primo manuale di “Tressette” fu edito dal Chitarrella nel 1750), per cui “Libero Ricercatore”, senza alcuna pretesa esplicativa di regole di gioco, ne darà un breve accenno. Chi non possiede in casa un mazzo di carte napoletane? O non ha tentato almeno una volta di giocare a scopa? Ebbene, sono proprio queste piccole cose di uso comune, troppo spesso dimenticate dal sottointeso abitudinario, alle quali dovremmo prestare più attenzione. Questa convinzione mi è venuta alcuni giorni fa, quando nel pieno delle ferie estive, mi sono accostato ad un tavolo da gioco di “Tressette”, improvvisato da quattro amici. Dal basso dei miei pochi rudimenti di gioco conosciuti, ho assistito alla partita guardandola dall’esterno, per cui (non distratto dall’evolversi del gioco), ho prestato esclusivamente l’attenzione sui comportamenti dei partecipanti. Con mia sorpresa, ho notato un mondo sommerso, messo in ombra dagli aspetti esteriori delle regole di gioco, che va dalla discussione post-partita (inevitabile per i diversi modi di vedere la giocata, che quasi sempre, si estende al di fuori del tavolo fino ad arrivare agli immancabili spettatori), alla straordinaria espressività dei pittoreschi termini di gioco usati. Diversamente dai numerosi luoghi comuni che vedono le “carte da gioco” come uno strumento negativo (ogni qualvolta subentrano scopi di lucro), oggi, alla luce della suddetta esperienza, considero il gioco delle carte (chiaramente solo se fatto a fini associativi), un possibile diversivo tradizionale (ma, sempre attuale) per integrarsi nel contesto sociale, ed un ottimo mezzo per tenere in allenamento la mente. Continua a leggere