Archivi categoria: Tradizioni

Soprannomi stabiesi

Soprannomi stabiesi

a cura di Maurizio Cuomo

“La presente raccolta dà onore e merito al compianto Lilino Diogene per essere stato il primo stabiese ad aver avuto la pregevole idea di pubblicare un elenco di soprannomi stabiesi (libro: “All’ombra del castello” – Vol. I – anno 1999).
Dedico questa modesta pagina a “Zuccariello” al secolo Domenico Scala, uomo simpatico e cordiale, venuto meno agli affetti di chi lo conosceva, perchè sfortunatamente coinvolto in un tragico e misterioso incidente ferroviario”.

Maurizio Cuomo

Soprannomi stabiesi

Soprannomi stabiesi

Il nomignolo nella tradizione popolare ha radici antichissime. Ha origine per lo più da una qualità fisica o morale che caratterizza una persona, alla quale, si assegna scherzosamente come attributo. In alcuni casi il soprannome è mantenuto per generazioni, per cui finisce per essere un vero e proprio secondo nome, con il quale vengono identificate in modo più semplice e diretto intere famiglie. Nella tradizione stabiese, ve ne sono molti ancora in uso, per cui mi sembrava doveroso pubblicarne una selezione tra quelli più noti e bizzarri.


2.119 soprannomi stabiesi censiti
Data ultimo inserimento: 05/11/2023


ultimi soprannomi inseriti:

Brioscia

Catiello capa vacanta

Don Mario ‘o cicco ‘e puorco

Franco Fragolino

Lina ‘e Matteo

Pascale ‘o chiancariello

Peppe ‘e Papesce

Roberto don don

Rusella ‘a curnutielle

Tonino patana


Soprannomi stabiesi – archivio completo: Continua a leggere

Il torroncino dei morti

Il “torroncino dei morti”

a cura di Maurizio Cuomo

Il torroncino dei morti

Il torroncino dei morti

Quest’oggi parleremo del “torroncino dei morti”, un tradizionale dolciume dal cuore tenero, che dalle nostre parti, il 2 di novembre, giorno della Commemorazione dei defunti, si usa regalare alla donna della propria vita. Ebbene, per quanto abbia potuto ricercare, sembra che: il dove, il come e il quando abbia avuto origine questa usanza non è del tutto ben chiaro (qualcuno dalle nostre parti ha azzardato nel dire che la suddetta usanza risalga almeno a 150 anni fa, personalmente non avendone certezza e soprattutto non avendone avuto alcun riscontro documentario, preferisco evitare datazioni di sorta), per cui mi limiterò nel dire che per testimonianza orale tramandata, questa usanza era in auge dalle nostre parti già a fine ‘800, tradizione peraltro radicata un po’ in tutta la regione Campania. Continua a leggere

Ricreatorio San Gerardo 1903

San Gerardo, 16 Ottobre

San Gerardo, 16 Ottobre
di Zingone Giuseppe

Ricreatorio San Gerardo 1903

Ricreatorio San Gerardo 1903

In giorni come questi dove a volte fa caldo e a volte freddo in largo Pace, nella Parrocchia, si aprivano i festeggiamenti per il santo patrono, San Gerardo Maiella, la cui devozione ultracentenaria  portava in chiesa numerosi fedeli, da tutta la città ed anche dal circondario. Già nel lontano 1903 l’allora diacono e poi parroco don Luigi Castellano, fondò il Ricreatorio San Gerardo, lo scopo era accogliere ed educare i giovani troppo spesso abbandonati delle strade del centro antico. Fino agli anni novanta del secolo scorso l’oratorio con la presenza dei giovani gerardini continuava ad essere segno, e baluardo della Parrocchia di Santa Maria della Pace, nella processione del Santo Patrono di Castellammare.

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Tore e Criscienzo

Il Teatro dei pupi

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Breve premessa dell’autore:
Caro Maurizio, ieri sera mi stavo deliziando leggendo qualcosa di Ferdinando Russo quando mi sono imbattuto nel suo poemetto “’O cantastorie”. Parla dei personaggi o per meglio dire degli eroi del Teatro dei pupi. E i versi che seguono mi hanno portato indietro nel tempo quando, poco più che bambino, andavo a vedere questi spettacoli.
 Il Teatro dei pupi:
Ecco linardo in campo! Il palatino!
‘O palatino ‘e Francia cchiù putente!
Teneve nu cavallo, Vigliantino,
ca se magnava pè gramigna a gente!Comme veveva,neh! Na votta ‘e vino,
na votta sana, ‘un le faceva niente!
Nu surzo sulo, nu varrillo chino!
E se magnava ‘e zeppole vullente!Po’ teneva na spata, Durlindana!
Uh figlio ‘e Dio, e che poc’ ‘ammuina!
Se sape! ‘A maniava chella mana!Na notte, pe’ passà d’ ‘a Francia a’ Spagna,
chisto Linardo, neh, che te combina?
Caccia sta spata e taglia na montagna! 

Nella zona di Castellammare dove abitavo, (e siamo a cavallo degli anni del 1930) il teatrino si trovava di fianco alla discesa del vicolo del pesce, a sinistra per andare verso l’Acqua della Madonna partendo dalla Piazza dell’Orologio. Lì c’era un piccolo slargo in un angolo del quale vi era un locale, un “basso”, abbastanza angusto, con poca aria che proveniva soltanto dal portone d’entrata. In questo piccolo ambiente gli spettatori si accalcavano su sedie e panconi scricchiolanti. Accanto a questo locale vi era il chiosco dell’acquaiolo dove si vendevano granite, gelati, gazzose, lupini, fette di “melloni” e qualche volta anche ‘o pere e ‘o musso.

”Tore ‘e Criscienzo”, pupo napoletano del maestro Lucio Corelli.

”Tore ‘e Criscienzo”, pupo napoletano del maestro Lucio Corelli.

Le granite venivano ricavate grattando, con un attrezzo simile a una piccola pialla, un “pane” di ghiaccio lungo circa un metro e mezzo di sezione quadrata di 20×20 cm.
Il ghiaccio così tritato veniva messo in un bicchiere sul quale poi ci si versava il gusto che il cliente chiedeva: limone, fragola, menta, ecc.
Le gazzose si vendevano in bottigliette la cui chiusura era rappresentata da una sfera di vetro contenuta nel collo sagomato. Con un dito messo nel imbocco della bottiglia si spingeva in basso la pallina e l’acqua… frizzava. Continua a leggere

Melenzane sott'olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane sott’olio

Melenzane sott’olio alla vecchia maniera contadina

articolo di Franco dei Monti Lattari

Melenzane sott'olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane sott’olio (foto Franco Coraggio)

Melenzane, qualità NOSTRANE, tonde all’apice e un po’ durette nel toccarle. Non confondersi con la “MIRABELL”, melenzana identica, ma molto più tenera. Periodo di preparazione fine mese di agosto / settembre (quando il prezzo è più basso).

Lavare le stesse per eliminare terreno e pesticidi. Pelarle e tagliare a fettine spesse mediamente 3 – 4 millimetri. Continua a leggere