Archivi categoria: Tradizioni

'O vasetto 'e alici

‘O vasetto ‘e alici

Lungo le spiagge stabiesi (da Rovigliano a Pozzano), un tempo era tutto un fermento, un lavorio continuo di funi e di reti… il sapere marinaro tramandato da padre in figlio, l’orgoglio e la soddisfazione al termine “d’‘a tirata ‘e rezza”, la stanchezza al rientro da una lunga notte in mare, il vissuto di sacrifici e di sudore asciugato dalla salsedine, operosità d’altri tempi che poi continuava nel vico del Pesce, antichissimo mercato risalente al secolo XVI, a due passi dall’allora “Marina Grande”, cuore pulsante del centro antico di Castellammare… In questo vicolo il silenzio della notte viene rotto non appena il giorno s’accende, ovvero quando le voci dei venditori, intenti a vendere il pescato, risuonano chiare in ogni casa: “Pesce frisco ‘e Castiellammare!”, “Vi’ c’addore!!!”, “Tengo argiento int’‘a spasella!”, “Piscato mo’ mo’, piscato mo’ mo’!”. Un’anziana donna, attirata dalle voci, scende di buon mattino per avere la prima scelta… acquista “l’argiento ‘a dint’‘a spasella, sono alici di buona pezzatura, fresche e odorose di mare, ottime da consumare in giornata, ma anche da conservare in vasetto… tradizione quest’ultima, tramandata sapientemente per secoli: usanza dal sapore antico dei giorni nostri!!!

Maurizio Cuomo


'O vasetto 'e alici

‘O vasetto ‘e alici

‘O vasetto ‘e alici

( ricetta di Rosato Raffaela )

L’abitudine al cibo preconfezionato, da prendere “bello e pronto” dallo scaffale del negozio sta portando all’estinzione l’immensa cultura delle massaie d’Italia capaci di preparare con le loro sapienti mani ogni tipo di conserva. Saperi e sapori caratteristici che spariscono a discapito dell’omologazione industriale, inevitabile nella produzione di massa. Continua a leggere

Sant'Antonio

Preghiera a Sant’Antonio

Caro Maurizio ricorderai certamente DONNA FIORELLA, quella del culto del pane di Sant’Antonio in via Gesù, ebbene saprai che tra le sue prerogative oltre alla dispensa del pane c’era l’unzione in fronte per la soluzione dei vari problemi di chi faceva ricorso alla sua intercessione privilegiata con Sant’Antonio. 

Sant'Antonio

Sant’Antonio

Ricordo che sopratutto in procinto degli esami passavano da lei centinaia di ragazzi per farsi ungere la fronte con l’olio benedetto del santo. La preghiera che donna Fiorella recitava mentre segnava la fronte con l’olio era questa:


PREGHIERA DI DONNA SCIURELLA
(dai ricordi del dr. Angelo Del Gaudio)

SPIRITO SANTO DOMINO
Spirito Santo

CHE GRAN POTENTO SIETE
che grande e potente siete

APRITE IL CUORE AL PROFESSORE
aprite il cuore al professore Continua a leggere

Insalata di Carciofi di Schito

( di Paolo Gramaglia )

Carciofi di Schito

Carciofi di Schito

La seguente ricetta è proposta da Paolo Gramaglia, titolare ed executive chef del Ristorante President di Pompei. Gramaglia vanta una lunga e prestigiosa carriera, la sua Ars culinaria ha varcato anche i confini d’Italia. La seguente ricetta, ha come suo ingrediente principe il carciofo raccolto dai rinomati “Orti di Schito” di Castellammare di Stabia. Continua a leggere

'O Lunnedì 'e Pozzano (foto anni '30)

‘O Lunnerì ‘e Puzzano

Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )

Durante il corso della vita molte volte capita di ricordare fatti e avvenimenti del passato che ci hanno visto, non sempre inconsapevolmente testimoni o protagonisti. Per esempio, quando avevo 10/12 anni ricordo molto bene il varo di due navi, la “Amerigo Vespucci” e la “Giovanni delle Bande Nere”; navi divenute poi famose chi per un verso chi per l’altro. Oggi però non voglio parlare di questo; semmai lo farò un’altra volta.


Oggi, in occasione delle festività per la Resurrezione di Cristo, voglio ricordare come la maggioranza dei cittadini trascorreva il lunedì del dopo Pasqua.
Srotolando la matassa dei miei ricordi inerenti quei giorni, due fatti sono risaltati netti: il primo bagno di mare e la gita a Pozzano con relativa merenda.
Il primo tuffo in mare avveniva regolarmente a mezzogiorno del Sabato Santo, quando le sirene del Cantiere e quelle delle navi in porto annunciavano la Resurrezione. In quel momento, puntualmente, dall’amata e mai dimenticata “Banchina ‘e zì Catiello” ci buttavamo a mare, pur col brutto tempo. Nella nostra interessata concezione era un rito e si doveva rispettare.
Della gita a Pozzano lo spunto me lo ha dato anche una bella cartolina degli anni “30” che l’amico Enzo Cesarano mi ha fatto pervenire nei giorni scorsi.

'o Lunnerì 'e Puzzano (cartolina di Enzo Cesarano)

‘o Lunnerì ‘e Puzzano (cartolina di Enzo Cesarano)

In questa cartolina si vedono, sul piazzale della Basilica, numerose bancarelle che espongono e vendono giocattoli, bibite e leccornie varie. Queste modeste e disadorne bancarelle erano schierate anche, una dietro l’altra, sulla salita che porta alla chiesa. Dato che la strada era stretta (in terra battuta e naturalmente polverosa), erano schierate soltanto su un unico lato. Continua a leggere

‘O FATTO ‘E MIEZU CULILLO

‘O FATTO ‘E MIEZU CULILLO

a cura di Giuseppe Zingone

Tra i racconti, “i cunti” di un tempo, certamente stabiese (in senso dialettale), ricordiamo ‘O fatto ‘e miezu Culillo, e su segnalazione del nostro Enzo Cesarano, da sempre appassionato di tradizione popolare, abbiamo pensato che non potesse mancare nelle nostre pagine sulla storia di Castellammare di Stabia.

Il maestro Roberto De Simone, da sempre impegnato nel recupero delle tradizioni napoletane e campane, inserì il racconto ‘O fatto e miezu Culillo, nell’opera che personalmente curò dal titolo: Fiabe campane. I novantanove racconti delle dieci notti, per i tipi di Einaudi, nel 1994, opera in due volumi.

Immagine tratta dall’opera, per gentile concessione di Vincenzo Cesarano

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