Via Conte Girolamo Giusso
( tra passato, presente e possibile futuro )
di Antonello Ferraro
Nata per scopi commerciali, la strada che collega Castellammare di Stabia con Monte Faito si è rivelata nel tempo un’importante via di collegamento per l’intera Penisola Sorrentina. Peccato però che con tempo è stata dimenticata da tutti.
Questa ex mulattiera divenne strada per volere del conte Girolamo Giusso, antico proprietario del monte, che vendeva giù in città la neve accumulatasi sulla vetta durante l’inverno, trasportandola con carrettini trainati da asini.
Con il passare del tempo, e con l’invenzione del “frigorifero”, questa strada è servita per più nobili scopi. Con i suoi 13 Km di lunghezza è stata più volte l’unica alternativa alla strada che normalmente conduce da Castellammare di Stabia a Vico Equense e poi sale fino alla cima del Monte Faito, attraversando numerosi centri abitati (Bonea, Sant’Andrea, Massaquano, Moiano). Quest’ultima strada, seppur più larga e meno ripida, è molto più lunga (26 Km di lunghezza fino al piazzale della stazione della funivia). Diverse volte in passato la S.S. Sorrentina, nel tratto che va da Pozzano (C/mare di Stabia) a Vico Equense, è rimasta chiusa per periodi prolungati, a causa del cedimento in più parti del costone roccioso franato a causa di piogge copiose (1).
Durante questi eventi l’unica strada veramente conveniente per raggiungere la Penisola Sorrentina (e viceversa per raggiungere C/mare partendo da Vico Equense) risultava essere la strada per Quisisana.
Dato lo stato di abbandono in cui versa questa ex mulattiera (oggi chiusa al traffico per salvaguardare opportunamente l’incolumità pubblica), se si verificasse un nuovo evento franoso grave (ad interessare la Circumvesuviana e la Strada Statale Sorrentina di cui si è detto prima), rimarrebbe come unica alternativa la strada, molto più lunga e densa di tornanti, che va da Castellammare di Stabia a Positano (passando per Pimonte, Agerola) e che permette di raggiungere Sorrento dal versante salernitano. Ciò detto, si evince l’importanza di una ristrutturazione della strada per Quisisana, che anno dopo anno, non fa che cedere, ora qui ora lì, lungo il suo meraviglioso e panoramicissimo percorso. Non si tratta di opere faraoniche, bensì di qualche intervento mirato alla messa in sicurezza, all’allargamento in alcuni punti e alla collocazione di parapetti.
Un altro aspetto importante che emergerebbe da queste riparazioni è quello turistico. In tanti anni (probabilmente dal 1996, cioè dalla scomparsa della piccola Angela Celentano) questa ridente località montana è vittima di una lenta agonia. I pochi ristorantini e le sempre meno pensioncine, sono quasi deserte e ridotte alla sopravvivenza. Dell’unica pompa di benzina, della locale stazione dei Carabinieri e dei market presenti a Monte Faito, non rimane che il ricordo. Per non parlare, dei maneggi (ormai ridotti a ruderi, con tanto di cavalli lasciati in inverno allo stato brado e all’addiaccio). L’unico giorno di maggiore affluenza di cui ancora può vantarsi il Faito, è il giorno di Ferragosto che ancora assicura le poche gite fuori porta. Il calo verticale delle presenze estive non lascia ben sperare per il futuro. Oggi possiamo dire che frequentano il monte solo gli affezionatissimi.
Molti turisti, stabiesi e non, al sol vedere le lunghe file di traffico estivo che intasano la via Panoramica e che portano i bagnanti ai lidi di Pozzano, rinuncerebbero volentieri per una benefica passeggiata in montagna. Negli anni passati il divertimento di molte comitive era salire in funivia, fare un picnic nei prati per poi ridiscendere a piedi lungo la strada per Quisisana, per godere oltre dei bei panorami anche di quell’aria fresca e profumata dalle varie essenze delle preziose piante di cui Monte Faito è ricco. Se questa strada fosse ripristinata, verrebbero a crearsi nuovi posti di lavoro e sicuramente qualche buon investitore si farebbe avanti per poter impiantare qualche nuova impresa.
Cerchiamo di non perdere questa risorsa del nostro territorio. Monte Faito non può e non deve essere considerato solo un cumulo di terra e roccia alto 1200 m. Stiamo parlando di un monte che con la sua estesa mole ci protegge climaticamente, donandoci costantemente le sue innumerevoli e preziose acque minerali, aria salubre e spettacolose vedute paesaggistiche. Amarlo e rivalorizzarlo è un obbligo civile e morale!!!
Note:
(1) L’ultimo evento tragico si è verificato nel gennaio del 1997 provocando il crollo di una casa e la morte di due persone. Molti anni prima, un enorme masso si è staccato dalla falesia cadendo prima sulla strada (appunto la S.S. Sorrentina) per poi rimbalzare e finire la sua corsa sulla sottostante spiaggia del Famous Beach, travolgendo ed uccidendo un bambino che faceva il bagno assieme ai genitori. Ancor prima, a metà degli anni ‘70, le numerose e frequenti frane costrinsero le Autorità all’installazione di una specie di tunnel fatto con delle bande metalliche molto robuste che proteggevano i veicoli in transito. Un vero disastro, insomma.
Aggiungerei che ultimamente la S.S. Sorrentina è stata bloccata dalle manifestazioni di sciopero dei dipendenti della Fincantieri, che chiedevano di non far chiudere il Cantiere Navale.
Chissà se c’è ancora un vecchio albero di carrube.Sosta obbligata per noi ragazzi. o per merenda o per colazione
Si trovava dopo un paio di tornanti dopo la sbarra in direzione Faito