Vico del Carmine, nel ricordo del vico Minicocchia
articolo a cura di Maurizio Cuomo
Il Vico del Carmine, oggi ufficialmente registrato come via, un tempo era noto come Vico Minicocchia. Questo passaggio collega due importanti strade di Castellammare di Stabia: corso Vittorio Emanuele e via Roma.
Il 22 marzo 1893 per Delibera del Consiglio Comunale di procedette a modificare la denominazione della strada alla quale fu dato il nome di Via del Carmine.
Nel 1840, quando era ancora chiamato Vico Minicocchia, vi sorse una fabbrica che segnò la storia locale. Il cavaliere Catello Scala vi fondò la celebre fabbrica delle carrozzelle di Castellammare di Stabia.
Secondo alcuni, il nome “Minicocchia” deriverebbe proprio dalla bottega degli Scala che produceva piccole carrozze, attività che spiegherebbe l’origine del particolare toponimo.
La carrozzella stabiese
Le carrozzelle stabiesi (qui il catalogo della ditta Scala) divennero famose in tutta Europa grazie alla loro qualità artigianale. Un esemplare è oggi esposto al Museo d’Arte Moderna di Parigi.
Si racconta che una di queste carrozzelle fosse imbarcata nel Titanic, il famoso transatlantico britannico che affondò nel 1912 dopo la collisione con un iceberg.
La prima carrozzella di Castellammare di Stabia fu commissionata dalla baronessa Isabella Acton. La nobildonna moglie di Errico Dachanhausen, viveva nella omonima villa in località Fratte e per spostarsi nelle erte viuzze collinari, si fece costruire una piccola carrozza agile e leggera.
Le carrozzelle stabiesi acquisirono in breve tempo una straordinaria fama, diventando un prodotto apprezzato in tutta Europa.
Nel 1870, sempre in questa strada, sul suolo di proprietà del sacerdote don Catello Landoli, fu costruita la chiesa di Santa Maria del Carmine.
La chiesa voluta dal sacerdote don Catello Somma divenne ben presto un punto di riferimento per i fedeli stabiesi. Questa chiesa fu poi elevata a parrocchia l’8 dicembre 1937.
Dei tempi andati, di questo luogo nulla è rimasto, se non il ricordo della celebre bottega dei Fratelli Scala e della mitica carrozzella dell’allora vico Minicocchia.
Ho abitato per diversi anni prima del terremoto al corso, nel palazzo situato all’ angolo destro della foto. Ho attraversato molte volte il vico.
Ricordo la bottega dei fratelli Scala, quello che vendeva i carboni e le carbonelle e vicino alla chiesa c’era un locale piccolo dove si stagnavano le pendole.
Ci lavorava un signore che allora ci chiese di versare 50 lire per essere soci della coop.
Il vico della mia infanzia a metà qui abitava mio padre con le sorelle, mentre io e mamma a via G. Marconi. Poi quel palazzo di proprietà della famiglia di mio padre il terremoto ne fece briciole. Per la storia la chiesa fu un dono della famiglia di mio padre mio nonno Luigi BUONOCORE. Allora molto benestanti.