Villa Acton
di Giuseppe Zingone
Così scrive il professor Giuseppe D’Angelo di Villa Acton: “Questa è la villa più antica, in ordine di tempo e fu edificata in una proprietà dei marchesi Pellicano nella zona di via Sanità, dal generale John Acton, ministro di Ferdinando IV, su progetto dell’architetto stabiese Catello Troiano, nell’anno 1789“. Nota come Villa Acton “perchè nel 1789 don Pietro Pellicano aveva concesso in enfiteusi la propria villa con il parco al generale John Acton, ministro di Ferdinando IV di Borbone, che la ampliò”.1
Ma dove si trovava la Villa Acton o Pellicano? Sono molti a conoscerne l’esistenza ma pochi a comprenderne l’attuale posizione perché ridotta oggi in appartamenti. Padre Ermenegildo Pini, nel suo viaggio per l’Italia meridionale scrive: “Dirimpetto all’ingresso della casa di Campagna di S. E. il Sig. Cav. Acton situata poco sotto la Villa Reale di Castell’a mare osservai una cosa, che mi parve singolare“.2
Quante volte ci siamo chiesti come potevano essere in origine e nel loro splendore queste Ville nobiliari sorte intorno a Quisisana. Ebbene la completa descrizione dell’Abate D. Francesco Sacco, viene qui riportata per intero, per soddisfare la nostra vorace curiosità.
“In distanza d’un quarto di miglio dal suddetto Casale di Quisisana3 vi è il Casino del Cavaliere e Generale Acton. Questo vago Casino, il quale potrebbe essere abitato da ogni Sovrano è composto di tre piani. Il primo di questi piani ha varie stanze per uso di Officine, e per abitazione delle persone di servizio. Il secondo piano ha diciotto stanze tutte vagamente ornate di dipinture sopra tele. Il terzo piano, il quale è sorprendente viene composto di dodici stanze di varj retrè e caifetti e di due vaghe Logge; e di queste dodici stanze tutte divise tra loro per mezzo di quattro scale interne fatte a chiocciola a volta a collo, a chiocciola duplicata ed a spirale, cinque sono destinate per letto, due per Anticamere, due per Gallerie, una per Compagnia una per Oratorio Sacro, ed un’altra per sala.
Nell’entrare che si fa in questo terzo piano composto di dodici stanze, si vede una piccola Galleria con Loggia davanti ornata nelle mura delle più belle carte Cinesi, nella volta di tela dipinta su lo stesso gusto e nel pavimento di mattonate dipinte a color rossaceo di cera. Da questa piccola Galleria si passa a due stanze ad essa contigue, le quali ancora sono vestite nelle mura di carte Cinesi e nelle volte dipinte a tela con lo stesso gusto Cinese. Da queste due stanze si passa alla vaga Camera di letto, la quale ha un ben designato pavimento di mattonate sul gusto Inglese; un delicato apparato tutto di mezza pelle bianca con le riguardature di fondo polce e co’ ritratti all’intorno de Nostri Sovrani, e di tutta la Real Famiglia delicatamente dipinti, che formano un maestoso colpo d’occhio e tutte le sedie, Sofà, ed altro corrispondentino all’apparato. Dalla Camera di letto si passa alla stanza della Cappella, la quale ancora è molto bella sì per gli suoi ornati, finimenti, e figure designate, ed eseguite dal Pittore Antonio de Dominicis, come per l’Oratorio Sagro d’ordine Dorico, colorito sul gusto Disquì, e fondo celeste con intagli bianchi designato dall’Architetto Catiello Trojano4di Scanzano. Da questa Stanza si passa finalmente alla gran Galleria, la quale similmente è sorprendente sì per lo pavimento, e per lo fregio all’intorno tutto di stucco marmorato ch’è stato designato, ed eseguito da’ Fratelli Gerli Milanesi; come per le dipinture nelle mura, e nella volta a color celeste e per lo gran quadro sotto la stessa volta dipinto da Antonio de Dominicis, che rappresenta il convito degli Dei.
A tutte queste magnificenze si aggiungono un gran numero di delicate carte di stampa, di molti lavori di legno del più sopraffino gusto d’un bel mobile quasi tutto Inglese, e di una prodigiosa quantità di porcellane di quasi tutte le fabbriche delle Nazioni Estere. Nel recinto di questo stesso vago Casino vi sono due be’ giardini di agrumi; due fruttiere l’una a Settentrione e l’altra a Mezzogiorno; due Boschetti d’alberi di Castagne, in uno de’ quali vi è una Loggia un Cafeaos,5una tavola di marmo ovale nel mezzo, e varj sedili parimente di marmo; varie strade che girano per tutta la masseria, ch’è dell’estensione di tredici moggia; e due Viali che danno l’ingresso al suddetto Casino. Di questi due Viali, il principale comincia dal cancello di ferro ed ha a’ fianchi delle piante Americane appellate Epicaci, le quali estendono i loro rami sopra l’intera superficie della terra, e formano una vaga copertura di color verde. Il secondo Viale comincia dall’antica entrata, ed è tutto coperto da un grottone di legno, e di viti“.6
Villa Acton è il grande edificio a forma di L, al centro dell’immagine, in alto a sinistra s’intravede la chiesetta di Santa Maria della Sanità.
Articolo pubblicato il 20 Febbraio 2018
Note
- Per altre interessanti notizie su Villa Acton si rimanda al libro di Giuseppe D’Angelo, La Castellammare Borbonica 1734-1860, Lulu.com, 2014 pag. 33-35. ↩
- Padre Ermenegildo Pini, Viaggio Geologico per diverse parti meridionali dell’Italia, Seconda Edizione, Milano 1802, pag. 90. ↩
- Così Lorenzo Giustiniani qualche anno dopo appella Quisisana: “Questa città, e suoi contorni sono stati in ogni tempo luoghi di delizie de’ nostri Sovrani. Si dice che Carlo I d’Angiò vi si portava per la villa che ci avea, e per conversare colle belle figlie di Messer Neri degli Uberti Fiorentino. Nel suo Terziere, appellato Casasana Ladislao, vi si ritirò a cagion della peste, come avvisa il Summonte“. Lorenzo Giustiniani, Dizionario Geografico Ragionato del Regno di Napoli, Napoli 1797, Tomo III, pag. 312. ↩
- Dell’Architetto stabiese don Catello Troiano, troviamo alcune notizie, nella Platea della Reale Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione e San Catello, per alcuni lavori fatti nell’erigenda chiesa per i quali non pretese nessun compenso. ↩
- Caffeàos: Dal Tedesco KAFFEE HAUS Casa o edificio dove si beve il caffé, Piccolo edificio a forma di tempietto o di pagoda o di altra strana forma che si colloca nelle Ville tra il verde delle piante per bervi il caffé, Allo stesso modo può trattarsi di un mobile in legno nel quale si custodiscono tazze e altro vasellame. ↩
- Abate D. Francesco Sacco, Dizionario Geografico Istorico Fisico del Regno di Napoli, Tomo III, Napoli MDCCXCVI, pag. 169-170. ↩
Si, ma alla fine non dice dove si trova. C’è solo una vaga descrizione.
Ha perfettamente ragione e me ne scuso, l’articolo in realtà nacque per diversi motivi.
Il primo era quello di pubblicare l’estratto de l’Abate Sacco. Ed inoltre per il ritrovamento del dipinto del padiglione cinese del generale Acton che può ritrovare all’interno del sito.
Queste sono le notizie in merito del professor D’Angelo: “Questa è la villa più antica, in ordine di tempo e fu edificata in una proprietà dei marchesi Pellicano nella zona di via Sanità,
Questa Villa, dopo la morte del generale Acton, ritornò alla famiglia Pellicano che ne smembrò la proprietà cedendola a vari acquirenti.
Oggi è stata invertita, e sottolineo invertita, in un condominio per civili abitazioni.