Gli anni ’30 a Castellammare
( nei ricordi dello stabiese Gigi Nocera )
Caro Maurizio, quando una persona invecchia, e per ragioni diciamo… naturali non ha più gli amici di un tempo, si rifugia in famiglia e nei ricordi. Ogni fatto, ogni cosa attuale lo riportano al tempo che fu. Capita naturalmente anche a me. Questa volta è successo mentre rileggevo “‘A Villa Comunale”, una bellissima poesia del grande Eduardo.
L’incanto di questi versi mi hanno riportato indietro negli anni, quando ero ragazzino. Quando, se c’era una festa, nei viali della nostra bella villa si schieravano numerose bancarelle, addobbate con lampadine colorate e festoni multicolori anch’essi. Il frastuono di trombette e trombettelle, il vocio e i richiami dei genitori che raccomandavano ai loro scugnizzielli di non allontanarsi troppo per non perdersi tra la folla. Ma i banchi dei venditori di franfellicchi, zucchero filato ed altre leccornie erano per noi calamite. Non parliamo poi delle bancarelle dei giocattoli: pazzielle semplici, puerili, ma da noi tanto desiderate e mai possedute per ovvie ragioni di… economie domestiche.
Leggendo questa poesia ho rivissuto gli stessi momenti, lo stesso ambiente, la stessa malinconia descritti magistralmente da Eduardo.
Gigi Nocera