di Ferdinando Fontanella
Nella rubrica delle “storie minime stabiesi di L.R.”, penso valga la pena ricordare, “Zucazuca”, una donna molto particolare (il motivo lo vedremo a breve) che abitava nella zona collinare di Castellammare di Stabia… un personaggio, molto conosciuto e noto, emerso tutto ad un tratto dai ricordi della mia infanzia. Buona lettura.
Zucazuca era un donna eccezionale. Alta quasi 2 metri e talmente grassa che qualcuno azzardava a scommettere che il suo peso superasse tranquillamente i 220 chili.
Però non era brutta, la massa di muscoli e grasso era ben distribuita lungo i 200 cm del suo corpo. Nessuna deformità insomma, solo una donna enorme e bella come un dipinto di Botero.
Era sempre stata spropositata… le sue dimensioni eccezionali, raccontavano le mamme sue coetanee, erano da imputare al fatto che Maria (questo il suo vero nome) aveva succhiato latte materno fino alla veneranda età di 8 anni. Questo allattamento prolungato gli era valso anche il curioso soprannome.
Maria all’età di 5 anni succhiava stando in piedi dal seno della madre che era seduta all’uscio di casa, i compagni di giochi la guardavano con curiosità, mentre i vicini di passaggio gli rimproveravano di essere troppo grande per quella faccenda da neonati, ma lei con calma si staccava dal capezzolo, afferrava la tetta grondante latte e porgendola con generosità ai curiosi diceva “Zuca zuca… che è buono!”. Inevitabile che il suo soprannome da allora e per il resto della vita diventasse Zucazuca.
Comunque sia l’enorme mole di Zucazuca non era da imputare solo al latte materno, la signora amava in modo spropositato il cibo. Era una cuoca eccelsa, i suoi piatti una leggenda a Castellammare di Stabia.
Zucazuca aveva 5 comandamenti che insegnava a chiunque le chiedeva consigli per imparare a cucinare:
- Il primo diceva “In cucina serve il materiale!“, ossia per cucinare piatti saporiti servono ingredienti abbondanti e di qualità.
- Il secondo era “Più ci metti più ci trovi!“, che significava che un piatto per essere buono doveva avere minimo minimo 10-15 ingredienti.
- Il terzo era “‘O magnà va aggarzuliato“, vale a dire il cibo deve essere preparato con passione, seguendo passo passo la cottura e usando gli ingredienti adatti.
- Il quarto “Ai vicini devi farli svenire!“, in pratica quando cucini devi fare in modo che il piatto sia profumato e che l’odore si diffonda per il vicinato così da stimolare la fantasia di tutti.
- Il quinto, pronunciato con solennità, era “Astinenza mai!” ovvero i peccati di gola non esistono e in cucina devi sempre cedere alle tentazioni.
I 5 comandamenti di Zucazuca sono rimasti nel mio cuore e nella mia testa… mai dimenticherò il sapore di quel “banale” pasta e patate che lei era stata capace di tramutare in qualcosa di indescrivibilmente complicato e saporito.
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt
Che simpatico “fattariello”! Non ho memoria di Maria Zucazuca, e nemmeno ho le sue dimensioni, ma una cosa mi accomuna a lei: la passione per la cucina!
Il suo 3° comandamento “‘O magnà va aggarzuliato“, lo trovo assolutamente condivisibile.